Amico! - Lc 14,1.7-14 |
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+ Dal Vangelo secondo Luca |
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non metterti |
Bisogna uscire dalla logica delle ovvietà semplici o delle indicazioni scontate; non possiamo ridurre la parola del Vangelo a suggerimenti di galateo o ad astuzie comportamentali per fare bella figura in società. “usa un profilo basso perché se ti esponi troppo rischi di fare una gaffe, tutti vedano che ci hai provato! Sii furbo, fai i tuoi calcoli...” Consigli del genere appartenevano già alla tradizione ebraica (cfr. Proverbi 25,6-7) e certo non colmavano gli interessi del Signore. |
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chi si umilia | Santa Teresina nel suo diario sembra leggere questa parabola insieme a quella dei due uomini che salgono al tempio (Lc 18,10): Se appena do un’occhiata al santo Vangelo, respiro il profumo della vita di Gesù, e so da quale parte correre… Non mi slancio verso il primo posto, ma verso l’ultimo; invece di farmi avanti insieme al fariseo, ripeto piena di fiducia, la preghiera umile del pubblicano… (Ms C,339). Il profumo non è una lezione di umiltà piuttosto la scelta precisa di spoliazione, nella sua vita Gesù svuotò se stesso … fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2,7-8). Il significato teologico della parabola è proprio in quell’ultimo posto che Gesù ha prenotato per se stesso salendo verso Gerusalemme. Questa scelta è un cambiamento radicale della storia perché Gesù occupando l’ultimo posto si fa prossimo agli ultimi, coloro che nel mondo non contano; gli scarti della società avranno la sorpresa di trovarselo accanto. Dunque sappiamo dove correre! O forse no, sapendo quanto ogni nostro calcolo e previsione sia fallace, al Signore piace sorprendere. La prima cosa è tenere il cuore aperto, perché l’amore di Gesù ci sorprende sempre (Card. E Scola 26.03.13). |
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invita poveri, storpi, zoppi, ciechi |
Luca, più degli altri vangeli, ci racconta di pranzi e banchetti, nei fatti e nelle parabole, ma anche l’evangelista che sottolinea in modo particolare la relazione di Gesù con i poveri. L’elemosina era un fondamento religioso e sociale presso Israele: l'elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre (Tb 4,10); ma non era assolutamente abituale avere i poveri come commensali. Tutti mangiavano dallo stesso piatto, il senso di condivisione era fortissimo, la percezione di comunione o di reciproca identificazione era evidente; va bene beneficare i poveri ma non identificarsi con loro, sarebbe disonorante anche per i propri pari. Gesù, che ben conosce il senso della reciprocità sociale insiste sulla necessità di invitare coloro che sono scartati, il contraccambio umanamente impossibile è dato dalla beatitudine di adesso e dalla ricompensa alla risurrezione dei giusti. I poveri non hanno bisogno di elemosina per essere poi ricacciati da dove sono venuti, ma di mangiare al nostro stesso piatto, abbiamo bisogno della comunione con loro, di imparare da loro la lezione del vangelo, allora avremo la sorpresa che il Signore ci dirà: “Amico, vieni più avanti!” |
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